Il disagio nell’infanzia e nell’adolescenza può manifestarsi in vari modo. Presso il Cupsi è possibile richiedere consulenza psico-pedagogica ma anche trattamenti psicoterapeutici in merito a una serie di problematica quali, per esempio:
- ansia da separazione;
- mutismo selettivo;
- disturbi alimentari;
- ansia e attacchi di panico;
- difficoltà relazionali e di socializzazione;
- bullismo;
- balbuzie;
- disturbi da TIC;
- disturbi dell’evacuazione;
- sindrome da deficit di attenzione e iperattività;
- sindrome autistica
- I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA);
- disturbi ossessivo-compulsivi;
- disturbi della condotta e disturbo oppositivo-provocatorio;
- disturbi somatoformi;
- uso e abuso di sostanze stupefacenti;
- comportamenti devianti;
- dipendenza affettiva, da internet ecc.
Alcune informazioni sull’infanzia
Il periodo dell’infanzia dura all’incirca da zero a dieci anni. Solitamente viene fatta una distinzione tra i vari periodi dell’infanzia:
- Prima infanzia: dalla nascita ai due anni, periodo in cui i bambini potranno frequentare la scuola materna oppure restare con i genitori;
- Seconda infanzia: dai tre ai cinque anni; i bambini di quest’età possono andare alla scuola d’infanzia che non è ancora obbligatoria;
- Terza infanzia: dai sei ai dieci anni; i bambini andranno alla scuola elementare dove si prepareranno ad essere adolescenti.
Nel periodo dell’infanzia, esistono numerose fonti di rischio per il corretto sviluppo del bambino. In questo periodo, infatti, si generano la maggior parte delle condizioni che determineranno la corretta formazione di un individuo sano. A titolo di esempio, nel periodo dell’infanzia si possono sviluppare una serie di problematiche relative al non corretto sviluppo psicosessuale. Ulteriore rischio degno di nota per la buona crescita dell’individuo è la pedofilia. Un bambino che è stato vittima di abusi sessuali, infatti, potrebbe avere problemi notevoli nel rapportarsi al sesso in età adulta, oltre al trauma psicologico che segue immediatamente l’atto di violenza. Ma possono anche verificarsi dinamiche relazionali disfunzionali in famiglia, in seguito alla presenza di disturbi non diagnosticati precocemente (quali disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi della condotta, disturbi da deficit di attenzione e iperattività ecc.), che possono avere conseguenze negative sul sistema educativo e, quindi, sullo sviluppo del bambino che progressivamente può orientarsi verso una traiettoria di sviluppo disadattiva fino a sviluppare vere e proprie problematiche psicologiche se non si interviene precocemente. Problematiche che a volte sembrano risolversi spontaneamente ma che possono ripresentarsi, se non adeguatamente superate, nel periodo dell’adolescenza e sfociare nell’età adulta con tutta la propria potenza etero ed autodistruttiva.
Alcune informazioni sull’adolescenza
Quando si parla di adolescenza (quel tratto dell’età evolutiva caratterizzato dalla transizione dallo stato infantile a quello dell’individuo adulto) bisogna considerare che:
- lo sviluppo psicologico-emozionale non procede sempre di pari passo con lo sviluppo fisico;
- le società occidentalizzate stanno provocando un ritardo sempre maggiore dello sviluppo psicologico mentre in altre zone del mondo pare verificarsi l’opposto;
- i limiti di età sono diversi tra persone di sesso diverso ovvero tra maschi e femmine;
- più tardi si verificherà lo sviluppo puberale, più tardi finirà l’adolescenza;
- certi tratti psicologici considerati tipici dell’adolescenza permangono oltre la prima giovinezza per certi individui.
La preadolescenza è la fase nella quale l’individuo comincia a subire le modifiche somatiche e psicologiche e a perdere le caratteristiche dell’infanzia. La sessualità ha raggiunto la forma alloerotica (cioè bisogno del partner); il pensiero ha maturato le forme logiche, l’egocentrismo infantile è superato. Queste nuove strutture sono però appena abbozzate; ora hanno bisogno di essere consolidate. Ciò avviene nell’arco di tempo che va, approssimativamente, dai 10 ai 17/18 anni.
La fragilità somatica e psicologica del soggetto, in questa fase, è evidente e facilmente spiegabile se si tiene conto del lavoro per il consolidamento delle sue strutture fisico-psichiche che in lui si va compiendo. I ragazzi all’età di circa 11-12 possono presentare cambiamenti: in gusto, aspetto e carattere.
Altro aspetto dell’adolescenza è dato dall’esperienza che ora il soggetto va facendo degli schemi mentali di tipo logico-formale. Il tipo operatorio-concreto del pensiero del fanciullo (5-8 anni) non consente al soggetto di immaginare il possibile fuori degli schemi della realtà, così come egli la vive e la sperimenta. Per il fanciullo il possibile è solo ciò che non è ancora avvenuto ma può avvenire. Il pensiero logico-formale consente, invece, di concepire il possibile come ciò che non è contraddittorio. Mentre il fanciullo lavora di fantasia, ma il suo mondo fantastico è legato alla realtà delle cose concrete, si tratti pure di eroi spaziali o di mostri metà animali e metà uomini, il mondo fantastico dell’adolescente è costituito da ipotesi sociali, etiche, politiche, ecc., non reali, ma logicamente realizzabili.
Vi è un egocentrismo tipico dell’adolescente dato dalla tendenza a rinchiudersi in questo mondo fantastico, che lo può portare a grandi mete, ma anche ad aspre delusioni. Cronologicamente questa fase si colloca nella tarda adolescenza e nella prima giovinezza, tra i 14/15 anni e i 18/19 anni per la femmina e tra i 15/16 e i 19/20 per il maschio. Connesso con lo sviluppo del pensiero logico-formale vi è pure la maturazione degli schemi sociali.
Lo sviluppo della socialità comincia con il superamento dell’egocentrismo infantile verso i 9/11 anni, ma solo verso i 14/16 anni il sentimento della socialità orienta il soggetto verso rapporti di parità con gli altri e verso forme ideali di amicizia che non devono più rispondere alla necessità di avere compagni con cui giocare e divertirsi, ma amici con cui coltivare ideali o condividere idee. Un fenomeno caratteristico della socialità adolescenziale è quello della solidarietà con i coetanei, sia nelle circostanze in cui uno ha bisogno dell’altro fino a portare a vere e proprie complicità delittuose, sia ad una solidarietà di classe che spesso porta a contestazioni di maniera nei riguardi degli adulti. Questa solidarietà di classe, mista a contestazione, si manifesta spesso in quella che viene chiamata crisi di originalità. L’adolescente sceglie per il suo comportamento condotte che lo distinguano da tutti gli altri, ma la sua attenzione è a tutto ciò che può distinguerlo dagli adulti.
Gli schemi della personalità di un individuo sono la risultante di fattori naturali e altresì di fattori culturali. Nei primi mesi di vita i fattori culturali cominciano appena a condizionare il comportamento dell’individuo, per cui la condotta di un bambino di pochi mesi non differisce granché da quella di tutti gli altri bambini, ma più si avanza negli anni e più questi fattori contribuiscono a differenziare la condotta degli individui.
Le linee di comportamento qui descritte riguardo alle caratteristiche dell’adolescenza sono solo orientative per capire i soggetti in questa età, perché nella realtà molto forte sarà la differenza tra soggetto e soggetto, a seconda dell’ambiente e dei fattori culturali, che avranno concorso a condizionare lo sviluppo di ciascuno. Un’altra evidente caratteristica dell’adolescenza è la voglia di indipendenza associata al bisogno di avere una figura di riferimento. Questa particolarità determina i conflitti tra genitori e adolescenti.
In questo periodo della vita possono presentarsi notevoli difficoltà che coinvolgono gli adolescenti ma possono coinvolgere i genitori e tutto il sistema familiare in dinamiche relazionali che possono, se non adeguatamente rese funzionali allo sviluppo dell’adolescente, avere pesanti ripercussioni nell’età adulta e nell’equilibrio della famiglia.
Adolescenza al giorno d’oggi: il rischio di depressione
L’aumento numerico dei casi di depressione negli ultimi anni non ha risparmiato gli adolescenti. Questa di solito porta il ragazzo a cadere in un vero e proprio abisso in cui si sente inutile, impotente, talvolta tormentato da sensi di colpa, vergogna o disperazione.
È uno stato che prende il posto di un normale processo di crescita e può arrivare ad ostacolare seriamente il futuro del giovane soggetto. Spesso si trascurano i problemi di umore dei ragazzi che vengono identificati con impertinenza, maleducazione e insolenza e, quindi, non presi in considerazione in maniera adeguata. Essi potrebbero essere all’origine di insuccessi scolastici, dipendenza di droga o alcol, disturbi del carattere fino ad arrivare a estreme condotte suicide e comportamenti antisociali.
Ragazze e ragazzi non esprimono allo stesso modo la loro depressione: le prime esprimono questo malessere spesso attraverso l’errata percezione del loro corpo, mentre i ragazzi mostrano i loro disagi con aggressività mascherando tensione e sofferenza.
Le origini di queste depressioni si trovano nella famiglia dove a volte le interazioni tra genitori e figli risultano problematiche. Non bisogna però trascurare la pressione socio-culturale che nel rapporto con i pari e con gli educatori gioca un ruolo fondamentale.
Presso il Cupsi è possibile richiedere una consulenza psicologica in merito alle problematiche e difficoltà dell’infanzia e dell’adolescenza che spesso possono investire genitori e l’intero sistema familiare, eventualemente integrata alla consulenza pedagogica grazie alla collaborazione con pedagogisti esperti.
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